Steph Curry a Phoenix si riprende la scena. Mette a segno altri 50 punti, ma non bastano a evitare un’altra sconfitta per i Warriors. Le percentuali al tiro del numero 30 sono ancora da fantascienza. A fine match saranno 50 i punti, con 17/28 dal campo, di cui 7/11 da 3 punti. Alla sua prestazione si possono aggiungere 6 assist e 9 rimbalzi, sfiorando la doppia doppia in 36 minuti di gioco.

La gara rimane in equilibrio per i primi due quarti, con Golden State costretto sempre a inseguire i padroni di casa. Nonostante più della metà dei punti del primo quarto vengano segnati da Curry (17 su 33) i californiani vanno a riposo sotto di 3 lunghezze. Nel secondo periodo i punti di Steph sono 14, ma Phoenix continua ad avere la meglio e con una grande prova di Cameron Payne (29 punti, 3 rimbalzi, 7 assist) e Devin Booker (27 punti,2 rimbalzi,9 assist) arrivano all’intervallo 72-65.

Il terzo quarto risulta decisivo per le sorti della partita, i Suns allungano ancora. Un altro parziale di 31-24 permette a Phoenix di mettere 13 punti tra loro e Golden State. Coach Kerr capisce il momento di difficoltà, decide così di inserire di nuovo Curry, prova a riportare in partita i suoi con altri 10 punti, ma non risulteranno utili. Phoenix si impone 130-119 e torna alla vittoria dopo due sconfitte consecutive.

Golden State, che problemi in trasferta

Se al Chase Center Golden State si sente a proprio agio come dimostra il record di 6 vittorie e 1 sconfitta, i problemi arrivano dalle trasferte. Con la partita persa contro i Phoenix Suns, i Warriors si trovano a dover fare i conti con un record preoccupante di 0-8. Un dato da analizzare molto attentamente dalla squadra, perché, anche se siamo solo al’inizio della regular season, i californiani occupano la dodicesima posizione a ovest, fuori dalla zona qualificazione play-off.

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