Se seguite con attenzione la pallacanestro liceale americana, oppure semplicemente avete trascorso i vostri momenti di pausa tentando improbabili ricostruzioni di squadre alla deriva sui videogiochi della serie di NBA 2K, allora questo nome vi suonerà tutto fuorché nuovo.

Per chi non si identificasse nelle 2 categorie sopracitate facciamo un po’ di chiarezza: come saprete il 23 Giugno si è tenuto il Draft NBA, che ha visto Victor Wembanyama essere selezionato con la prima scelta assoluta, seguito da Brandon Miller (agli Charlotte Hornets) e Scoot Henderson (ai Portland Trail Blazers); se però un paio di anni fa aveste chiesto chi sarebbe stata la prima scelta assoluta a questo draft la risposta probabilmente sarebbe stata univoca: Emoni Bates.

I motivi

Emoni Bates inizia a farsi notare nel 2016, ad appena 12 anni, tenendo le strabilianti medie di 28 punti e 12 rimbalzi ad un torneo estivo del circuito AAU, il più importante circuito negli Stati Uniti quando si parla di tornei giovanili. L’interesse intorno a lui cresce a dismisura, così come le sue cifre, che nel successivo anno dicono 46 alla voce punti a partita, un numero tale da consentirgli di prendersi il lusso di non giocare tutto l’anno successivo per prepararsi alla pallacanestro liceale.

Bates sceglie cosi di iniziare il liceo ad Ypsilanti in Michigan, presso la Lincoln High School ed anche qui le cifre non tardano ad arrivare: 32 punti e 15 rimbalzi all’esordio, toccando anche i 43 e guidando la squadra al titolo statale con il record di 23 vittorie e sole 4 sconfitte e con medie da 28.5 punti e 10.2 rimbalzi.

Il secondo anno non è da meno: oltre 32 punti di media con un mostruoso acuto da 63 punti e 21 rimbalzi. Il talento del ragazzo è sotto gli occhi di tutti: per molti è il miglior liceale dai tempi di LeBron James, per altri il migliore mai visto in Michigan, altri ancora lo accostano a Kevin Durant per struttura fisica e capacità di fare canestro. Sembra nata una nuova stella.

I primi problemi

Il terzo anno di high school per Bates si terrà in una prep school (uno di quegli istituti che hanno il solo scopo di preparare i ragazzi al basketball universitario) creata dal padre dello stesso Emoni; qui però, nonostante i 23 punti di media qualcosa inizia ad incrinarsi, verosimilmente per colpa di un contesto esternamente poco competitivo, che sembra non fornirgli più alcuno stimolo.

La successiva decisione si rivela un autentico cataclisma: Bates salta l’ultimo anno di liceo anticipando il suo ingresso in NCAA di un anno, essendo però impossibilitato a dichiararsi eleggibile per il draft 2022 dato che per regolamento bisogna essere nel 19esimo anno di età.

In NCAA si palesano tutti i limiti di Bates, che, pur essendo arrivato come uno dei prospetti top (classificato perfino davanti a Paolo Banchero), si scontra con una realtà per la quale fisicamente non sembra pronto: nonostante i suoi 206 centimetri di altezza infatti i 77 chilogrammi di peso ne riducono fortemente la capacità di attaccare il ferro, condizionando il suo rendimento all’efficacia delle conclusioni perimetrali e costringendolo spesso a tiri dal midrange di qualità dubbia, infatti conclude la prima annata con soli 9.7 punti di media a partita con la divisa dei Memphis Tigers, non certo uno dei migliori atenei per quello che riguarda la pallacanestro.

Per il secondo anno Bates sceglie di tornare a casa, vestendo la canotta di Eastern Michigan University, college di Ypsilanti. Qui le sue cifre crescono, portandolo a fine stagione a quota 19.2 punti e 5.8 rimbalzi e convincendo i Cleveland Cavaliers a sceglierlo con la 41esima chiamata all’ultimo draft.

Emoni Bates in NBA

Sicuramente, malgrado la convinzione di non essere più davanti a qualcosa di generazionale, il talento di Emoni Bates non si è volatilizzato, anzi, le sue capacità di fare canestro e gli istinti in tal senso sono sotto gli occhi di tutti e sono cose che non possono essere insegnate, inoltre la scelta spesa dai Cavs per selezionarlo azzera di fatto i rimpianti del front office per una scommessa che, qualora riuscita, sarebbe un ottima aggiunta al roster a disposizione di coach Bickerstaff.

A fare da contraltare ci sono però tanti fattori: dal punto di vista fisico è un giocatore da costruire, vista la fatica che ha fatto in NCAA; struttura fisica che va ad inficiare anche la shot selection di Bates, che spesso lo porta a dei long two forzati. Infine l’ultimo dubbio riguarda il fatto che finora Emoni ha sempre rappresentato la prima opzione offensiva della sua squadra, ma appare evidente che non possa esserlo in NBA, quindi la sua capacità di adattarsi a giocare lontano dalla palla è tutta da vedere.

Per concludere il primo approccio di Emoni Bates potrebbe anche essere con la G-League, ma ci si augura presto di rivedere anche in NBA lampi di quel giocatore che poco più che bambino dava già l’idea di essere davanti a qualcosa di speciale.

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