Nell’ultima partita prima dell’arrivo di Quinn Snyder sulla panchina degli Atlanta Hawks, Trae Young e compagni si impongono sulla sirena per 129-127 contro i Brooklyn Nets. Vittoria che arriva nel segno del playmaker numero 11, autore di 34 punti e 8 assist, ma sopratutto del canestro decisivo sulla sirena. Due punti arrivati facendo sfoggio del suo enorme talento offensivo, con un un arresto a centro area ed una finta che ha ingannato anche un difensore d’élite come Mikal Bridges, per poi trovare il tiro che schiaffeggia la retina per il decisivo 129-127 finale sulla sirena.
Trae Young “mangia-allenatori”?
Una prestazione che mitiga, anche se solo parzialmente, le critiche che stanno piovendo, e non da oggi, addosso a Trae Young. Dopo la sorprendente campagna playoff di 2 stagioni fa, culminata con le finali di conference perse contro i Bucks, il prodotto di Oklahoma infatti è sempre stato al centro di critiche per il suo rendimento, effettivamente mai tornato a quei livelli, le numerose lacune dimostrate nella metà campo difensiva e sopratutto la sua scarsa attitudine a giocare lontano dalla palla, diventata un vero problema in questa stagione, complice l’arrivo di un altro handler come Dejonte Murray.
A questo si è aggiunto anche il licenziamento di coach Nate McMillan, dopo quello di Lloyd Pierce 2 anni fa, che rende Quinn Snyder il terzo allenatore cambiato dagli Hawks dall’arrivo di Trae Young, accrescendone anche la fama di “mangia allenatori”. Vedremo se l’ex allenatore dei Jazz saprà creare un sistema capace di nascondere il più possibile Trae Young difensivamente proprio come aveva fatto con Conley e Mitchell sulle sponde del lago salato, considerato che offensivamente anche il suo playbook sfrutta molto il pick ‘n roll e gli scarichi sui tiratori, tutte cose già viste con McMillan, ma che necessitano di piccoli aggiustamenti per rendere nuovamente efficace l’attacco degli Hawks.