Mancano poco meno di 48 ore all’inizio della stagione NBA 2022/23: in questo articolo analizzeremo la Northwest Division partendo dai Jazz ad arrivare ai Blazers. In questa guida alle quattro squadre manca una partecipante, ossia i Denver Nuggets, che risultano essere i favoriti di questa division. La franchigia che potrebbe comunque infastidire Jokic e compagni potrebbe essere Minnesota che risulta la più pronta e rinforzata. Per le altre sarà una stagione in cui potrebbero tankare per arrivare al desiderato Victor Wenbanyama.

Utah Jazz

SIMONEFONTECCHIO

Dopo il passo indietro compiuto da Quinn Snyder dopo 8 stagioni sulla panchina dei Jazz la dirigenza, nelle figure di Danny Ainge e del GM Justin Zanik, ha deciso, complice anche la mia sbocciata intesa tra Donovan Mitchell e Rudy Gobert, di optare per una profonda rivoluzione.

È cambiata la guida tecnica con Will Hardy come nuovo coach ed il roster è stato profondamente rinnovato. Partendo dagli addi: il primo è Bojan Bodgdanovic, ceduto ai Detroit in cambio di Saben Lee e Kelly Olynyk, poi Royce O’Neale finito alla corte di Steve Nash a Brooklyn. Le due partenze più importanti sono: quella di Donovan Mitchell, spedito ai Cavs in cambio di Agbaji, Markkanen e Sexton, e quello di Rudy Gobert, per il quale i Timberwolves hanno sacrificato Beasley, Vanderbilt, Bolmaro e Beverley (ceduto poi ai Lakers per Horton-Tucker e Stanley Johnson). Oltre a tutti questi giocatori sono arrivati anche Zeller e Simone Fontecchio da free agent, ma sopratutto una miriade di scelte: sono ben 18 infatti le volte in cui i Jazz chiameranno al draft da qui al 2029 contando il solo primo giro. 

Visto il grande numero di asset disponibili nei prossimi anni sicuramente a Salt Lake City non si punta alla vittoria, quanto più a valorizzare nella maniera migliore i giovani a disposizione e ad ottenerne di nuovi, magari scambiando anche i veterani ancora a disposizione come Conley, Clarkson e Rudy Gay.

Il possibile quintetto degli Utah Jazz

PG: Mike Conley

SG: Collin Sexton

SF: Lauri Markkanen 

PF: Kelly Olynyk 

C: Walker Kessler

X-Factor

Proprio in virtù della quantità di giovani che i Jazz annoverano a roster è difficile individuare le possibili sorprese: Sexton dopo l’infortunio e l’addio ai Cavs ha sicuramente voglia di rivalsa, Markkanen è chiamato a confermare i progressi (soprattutto difensivi) visti a Cleveland, ma una menzione la merita sicuramente anche il nostro Simone Fontecchio, chiamato a misurarsi con una nuova realtà dopo le buonissime cose fatte all’ultimi europeo (e non solo): certamente le sue doti da realizzatore potrebbero fare molto comodo anche da quel lato dell’Atlantico.

NBA, gli Oklahoma City Thunder guidai da Shai Gilgeous-Alexander

Anche per i Thunder vale un discorso simile a quello dei Jazz: visto l’enorme numero di scelte che avranno negli anni a venire l’unica cosa che non serve è la fretta di vincere, a doppia ragione se consideriamo la caratura dei primi due prospetti del prossimo draft (Victor Wembanyama e Scoot Henderson) e l’infortunio che terrà Chet Holmgren lontano dai campi per tutta la stagione.

Proprio al draft troviamo infatti l’unico highlight di questa altrimenti statica estate in casa OKC (l’unica trade è arrivata poche settimane fa con i Rockets per questioni di mero spazio salariale): oltre al sopracitato Holmgren alla 2 i Thunder hanno infatti pescato l’ala francese Ousmane Dieng alla 11 e subito dopo un altro diamante grezzo come Jalen Williams.

Vista l’età media del loro roster dunque in quel di Oklahoma City la priorità è quella di far crescere i giovani già presenti e di far fruttare il più possibile le pick a disposizione.

Il possibile quintetto degli Oklahoma Thunder

PG: Shai Gilgeous-Alexander

SG: Josh Giddey

SF: Luguentz Dort

PF: Darius Bazley 

C: Jeremiah Robinson-Earl

X-Factor

Sono anche qui, come già detto per i Jazz, i giovani presenti nel roster dei Thunder, quindi prevedere quale diamante verrà ”sgrezzato” più velocemente non è semplice: indubbiamente Tre Mann ha già dimostrato lo scorso anno di essere un giocatore capace di accendersi in un nulla diventando una vera e propria macchina da highlights, mentre quest’anno il prospetto più intrigante è senza dubbio Ousmane Dieng: un ala di 2,08m con una wingspan infinita, che con un po’ di lavoro sulla tecnica ha tutte le carte in regola per incidere su entrambe le metà campo.

Minnesota Timberwolves

In una lega che si muove sempre di più verso lo small ball in quel di Minnesota sono andati decisamente controcorrente investendo ( e anche parecchio)per affiancare a Towns Rudy Gobert.

Per il centro francese sono infatti stati sacrificati Beasley, Vanderbilt, Bolmaro e Beverley più un considerevole numero di scelte ai prossimi draft ed oltre a lui il roster è stato puntellato con specialisti come Forbes, Anderson, Paschall e Austin Rivers, mentre Okogie ha salutato in direzione Phoenix.

Sicuramente visto l’investimento fatto i Timberwolves non hanno molto altro da fare se non puntare a fare bene il più in fretta possibile e sulla carta il fit tra i due lunghi è anche interessante per certi aspetti visto che le lacune di Towns sono sempre state più che tutto in difesa, aspetto del gioco in cui Gobert eccelle ed inoltre il venire impiegato da ala grande gli consentirà di valorizzare ulteriormente il suo gioco fronte a canestro e lontano dal ferro, mentre a costituire una grande incognita rimane la gestione ai playoff di Gobert, che storicamente fatica a rendere al meglio, ma questi ultimi sembrano comunque raggiungibili.

Il possibile quintetto dei Minnesota Timberwolves

PG: D’Angelo Russell

SG: Anthony Edwards

SF: Jaden McDaniels

PF: Karl-Anthony Towns

C: Rudy Gobert

X-Factor

Citare Anthony Edwards appare ovviamente scontato, ma sicuramente ci si aspetta un ulteriore salto di qualità dal prodotto di Georgia. Alte aspettative circondano anche l’altro giovane di casa Timberwolves Jaden McDaniels, dato che per tenerlo in Minnesota e non inserirlo nell’affare Gobert sono state inserite nella trade numerosissime scelte ai prossimi draft, segno che Finch punta molto su di lui. Merita una menzione anche D’Angelo Russell, che dopo aver osservato dalla panchina tutti i finali delle partite ai Playoff (play in compreso) dovrà far vedere di aver fatto un passo avanti sopratutto nella metà campo difensiva, visto che le sue doti offensive non sono mai state messe in discussione.

Portland Trail Blazers

Lillard

Il colpo più importante di questi Trail Blazers è stato sicuramente l’arrivo di Jerami Grant dai Pistons: un giocatore di grande impatto difensivo che a Portland mancava da tempo immemore, in quest’ottica è stato preso anche Gary Payton II in free agency, mentre dal draft è arrivato un diamante grezzo come Shaedon Sharpe. A salutare sono stati invece McLemore, Dennis Smith jr e Ingles (che complice la rottura del crociato non era mai sceso in campo nei 6 mesi trascorsi in Oregon).

Sicuramente il roster appare migliorato rispetto alla deludente stagione scorsa, che faceva presagire ad un imminente rebuilding visti gli addii di McCollum, Powell, Covington e Nance, ma per quanto Lillard abbia dimostrato più volte quanto sia azzardato scommettere contro la sua squadra la sensazione è che in parecchi siano più attrezzati di questi Blazers e lottare per un posto ai playoff sarà difficile.

Il possibile quintetto dei Portland Blazers

PG: Damian Lillard

SG: Anfernee Simons

SF: Josh Hart

PF: Jerami Grant

C: Jusuf Nurkic

X-Factor

Shaedon Sharpe è sicuramente il giocatore più intrigante nel roster dei Blazers: un esterno dotato di un prodigioso atletismo e di grandissime capacità di attaccare il ferro, ma anche capace di costruirsi e prendere tiri da oltre l’arco; difensivamente è tutto da costruire, però il potenziale c’è eccome. L’unico problema? Non gioca una partita dall’High School, quindi bisogna vedere come si misurerà con questa realtà completamente diversa.

Per sapere il power ranking di queste squadre clicca qui

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