La stagione NBA sta per iniziare: obiettivi, situazioni e movimenti principali delle varie squadre? Ecco a voi una guida con tutto ciò che vi serve sapere prima dell’opening night del 18. Abbiamo già iniziato a parlarvi dell’Atlantic Division con la favorita a vincerla ossia i Boston Celtics guidati da Jayson Tatum. Le altre squadre di cui parleremo le troverete di seguito a partire dai Brooklyn Nets, che hanno vissuto un’estate particolare a causa delle voci di mercato, ai Philadelphia Sixers, del trio Embiid–Harden–Maxey.
NBA, i Brooklyn Nets: tutto può succedere
L’estate a Brooklyn non è iniziata nella maniera più tranquilla auspicabile con la richiesta di trade da parte di Kevin Durant e i malumori con Irving e un coach come Nash che ha deluso la scorsa stagione uscendo contro i Boston Celtics per 4 a 0. I movimenti fatti però dal front office, che intanto gestiva la situazione Durant, sono stati però ottimi: dalla free agency arrivano un buono scorer con taglia come T.J. Warren e Markieff Morris giocatore duttile che potrà coprire più ruoli in base alle esigenze. Infine con Royce O’Neale, in arrivo da Salt Lake City, è stata puntellata quella difesa sulle ali che tanto aveva sofferto nella scorsa stagione. Salutano e fanno il percorso inverso Bruce Brown, probabilmente la perdita più pesante che è finito ai Denver Nuggets, e Drummond, trasferitosi alla corte di coach Donovan a Chicago.
Probabile quintetto: Gli unici tre sicuri del posto sono Irving, Durant e Simmons, c’è da chiedersi, più che con quali giocatori inizieranno le partite (i principali indiziati sono Harris e Claxton), chi saranno i due che si uniranno ai Big-three nei finali, Claxton, Curry, Harris, Morris e O’Neale concorreranno per i due spot.
Brooklyn Nets, Durant sarà la stella principale della squadra
Indubbiamente la stella della squadra sarà il numero 7 ex Golden State tra le altre, con Irving a fare il secondo violino. Ma che potrebbe rivelarsi il vero X-factor dei Nets potrebbe essere Ben Simmons, bisogna ricordare che il numero 10 è uno dei migliori difensori di tutta la Lega con un gioco in transizione d’élite. L’unica grande pecca dell’ex Philadelphia che rimane la stessa dal giorno 0 è il tiro. Se riuscirà ad essere continuo anche nella metacampo offensiva (in preseason ha fatto vedere ottime cose da bloccante) allora questa squadra può giocarsela con tutti. Il loro punto di debole è probabilmente anche quello di forza: tre stelle che rischiano di far diventare l’ambiente una pentola a pressione che può esplodere in ogni momento.
NBA, New York Knicks: ci si affida a Brunson?
Passiamo ora dall’altro lato della grande mela, con i New York Knicks che presentano due ottime prese: il primo è Jalen Brunson che dopo i playoff disputati con Dallas Mavericks inizia a sentire odore di All Star Game. Il secondo acquisto per coach Thibodeau è Isaiah Hartenstein, forse il miglior secondo centro della passata stagione: tutto questo perdendo pezzi minori di rotazione e un Noel (ora ai Pistons) che però è stato ben sostituito. Grossi passi in avanti sono richiesti da R.J. Barrett, giocatore ormai al quarto anno che però non ha mai brillato per continuità.
Il probabile quintetto sarà composto da Brunson, Fournier, Barrett, Randle e Robinson con delle buone riserve pronte a subentrare in ogni ruolo (Rose, Quickley, Grimes, Toppin e Hartenstein).
Nonostante il buon mercato estivo sembrerebbero esserci dei limiti in questa squadra anche in relazione alle loro ambizioni che sembrano essere quelle di arrivare ai Playoff: Randle, Brunson, Quickley, Rose e Fournier sono tutti buoni giocatori che però rendono al meglio con la palla in mano. Il numero 30 ha già dimostrato che da prima opzione non è quel giocatore che ti porta a vincere, bisognerà capire se saprà adattarsi ad un gioco meno incentrato su di lui visto l’arrivo di un giocatore accentratore come Jalen Brunson. I Knicks sicuramente non partono molto avanti nelle gerarchie ad est e obiettivamente la posizione più facilmente raggiungibile potrebbe essere quella che dà l’accesso al Play-In.
NBA, l’Atlantic Division per i Toronto Raptors: si punta al miglioramento interno
A Toronto i movimenti fatti sono stati semplici e in linea con la filosofia di squadra, con Otto Porter Jr, campione NBA, e Juancho Hernangomez sono state aggiunte altre due ali fisiche intelligenti e in grado di tirare da fuori, soprattutto il primo potrà allungare quelle rotazioni che già in stagione regolare erano state troppo corte.
Il quintetto sarà lo stesso della scorsa stagione VanVleet-Gary Trent Jr-Anounoby-Barnes-Siakam con Barnes ago della stagione, il rookie of the year assumerà un ruolo sempre più centrale nella squadra, dai suoi miglioramenti offensivi passeranno le fortune di Toronto.
La squadra si presenta solida, molto fisica con un mix di giocatori rodati e altri più giovani, Toronto non dovrebbe avere problemi a raggiungere i playoff, cosa manca però per essere considerata una seria contender? Nonostante Siakam ha comunicato che punterà ad essere un top 5 della lega non sembrerebbe quel giocatore top 10 che è necessario per trascinarti fino in fondo. Toronto sa che quel giocatore potrà essere Barnes un giorno ma dubito che quel giorno sia già arrivato. Il secondo punto mancante è invece un cambio per il povero Vanvleet, serve che qualcuno riesca a dare dei minuti di riposo al play in modo da farlo arrivare a fine stagione non stremato, i Raptors non hanno però agito sul mercato per colmare questo gap, Banton Flynn e Barnes sono chiamati a fare un passo in avanti come playmaker.
NBA, i Philadelphia 76ers a caccia dell’Atlantic Division: cercasi integrità fisica
A Philadelphia, Morey è riuscito finalmente a plasmare la squadra che corrisponde alla sua idea di gioco, grazie al rinnovo a cifre scontate di Harden è stato possibile arruolare Tucker, House, Melton e Harrell (quest’ultimo visto come un regalo per Doc Rivers che ritrova un suo pupillo). Saluta la città dell’amore fraterno Danny Green, amato da tutto l’ambiente ma che difficilmente dopo l’infortunio sarebbe potuto essere ancora utile alla causa.
Il quintetto vedrà Harden, Maxey, Harris, Tucker e Embiid, il neo arrivato Tucker garantirà tiro dagli angoli e difesa di primo livello, le fortune dei Sixers passeranno però da Maxey che farà l’ultimo passo necessario per diventare un all star, o quasi.
Nonostante un diffuso ottimismo su questa squadra c’è qualche problema: la tenuta fisica di Embiid sarà determinante ma, purtroppo, il giocatore camerunense non è una garanzia sotto questo punto di vista, Harden ha dichiarato di aver lavorato sul suo fisico, vedremo un giocatore diverso da quello che ha così faticato durante gli scorsi playoff? La squadra si presenta però indubbiamente migliorata e più lunga della scorsa stagione e, con un attacco che difficilmente non sarà tra i primissimi della lega, per i Sixers potrebbe essere l’anno buono.