Nuova settimana e nuovo giocatore con cui abbiamo avuto il piacere di scambiare quattro chiacchiere. La categoria è sempre la stessa, ossia la Serie B, ma questa volta cambiamo la regione passando dal Piemonte alla Lombardia, precisamente nelle fila del Legnano Knights. Stiamo parlando di Luca Antonietti, giocatore classe 1994 con un passato anche in Serie A2 nelle fila dell’Orsi Derthona Basket nella stagione 2015/16. Quest’anno nel campionato di B sta viaggiando a 7,7 punti di media in poco più di 20 minuti di impiego tirando con il 48% da due punti, il 30% da tre punti e l’81% dalla lunetta.

Ciao Luca, grazie di averci concesso questa intervista, inizierei chiedendoti di farci una breve introduzione di chi sei e dove giochi attualmente?

Ciao, sono Luca Antonietti giocatore professionista di pallacanestro. Attualmente gioco per i Legnano Knights, nel terzo campionato italiano o Serie B nazionale.

Cosa ti ha spinto a giocare a basket? E che rapporto avete in famiglia con la pallacanestro?

Abbiamo iniziato a giocare a basket io e i miei fratelli quando eravamo piccoli, un po’ spinti dai nostri genitori che volevano farci fare sport. È stato subito amore, poi il fatto che fossi con i miei due fratelli probabilmente ha influito sul continuare a giocare.
Da quando sono piccolo mio papà e sempre venuto a veder le partite, lui facendo il fotografo coglieva l’occasione per scattare un po’ di foto. In famiglia amiamo lo sport e la pallacanestro, se dovessimo scegliere penso sia al primo posto.

Da dove hai iniziato a giocare e come si è evoluta la carriera?

Ho iniziato a Venaria Reale città dove son cresciuto, nel Basket Venaria. Sono stato sempre molto fortunato ad avere allenatori molto validi, con ultimo anno a Venaria con Gianni Asti. Poi ho fatto il salto la neonata Pms (Moncalieri), salto perché faceva campionato giovanile di eccellenza e quindi voleva dire più allenamenti sia di forza in sala pesi e sia in campo. Finite le giovanili sono andato a giocare la mia prima esperienza in campionato senior ad Agropoli. Dove abbiamo raggiunto semifinale playoff, l’anno dopo sono stato a Torino con mio fratello gemello in C1 , poi a Tortona in A2 giocando pochi minuti ma comunque è stato un anno che mi ha dato molto a livello di gioco.
Dopo sono tornato in B a Scauri, dove ho avuto molto spazio e mi sono rifatto conoscere in serie B, poi sono finito a Sangiorgio su Legnano, un altro anno super positivo sia individuale che di obiettivi di squadra, avendo riottenuto i playoffs dopo anni che non li facevano.
Dopo mi sono stabilizzato ad alba che reputo una mia seconda casa, se non prima, dove ho tutt’ora molti amici. Mi sento maturato parecchio questo 4 anni passati li soprattutto perché ho trovato persone super, veri e propri amici (dall’allenatore al gm e tutti della società). Inoltre ho trovato anche la ragazza con la quale sto tutt’ora.
Ora sono a Legnano, società super organizzata, e super ambiziosa. Era un mio obiettivo arrivare in un posto dove puntassero in alto e sono contento di aver trovato questa realtà, seria e molto professionale.

Qual è il tuo idolo, se ne hai uno, e quali sono i tuoi punti di riferimento?

Diciamo che non ho un vero e proprio idolo, ho giocatori che mi piacciono ma non li definirei idoli.. mi piaceva molto l’attaccamento alla maglia di Alessandro Del Piero. Penso che uno sportivo, in qualsiasi categoria sia, deve dare sempre il massimo per la squadra in cui gioca ed è sempre apprezzato. Un altro lato che mi piaceva di lui era l’umiltà, che metto come base della mia persona in tutto, non solo nello sport.

Invece nel basket c’è qualcuno che prendi come riferimento o a cui cerchi di “rubare” qualcosa?

Sicuramente Kobe Bryant per la mentalità che aveva e che ha sempre dimostrato.

Ho visto che sei laureato, in cosa di preciso?

In Scienze Motorie e ho già iniziato la magistrale in Management dello Sport.

Cosa ti ha spinto ha intraprendere questo ? Vorresti seguire questa strada nel post carriera cestistica? Come organizzi lo studio con gli impegni sportivi che hai?

Sicuramente post carriera vorrei trovare un lavoro che mi permetta di rimanere in questo campo. Ho deciso di iniziare a studiare perché la carriera di un giocare può durare fino a 37,38?! E purtroppo quello che guadagni molte volte non ti permette poi di vivere di rendita senza lavorare dopo. Un piano B penso che debba averlo ogni giocatore. Io ho parecchio tempo libero, organizzarsi per studiare non è difficile.

Invece quale è il tuo sogno nel cassetto?

Sarebbe bello vincere il campionato.

Qual è il compagno più forte con cui hai giocato?

Sicuramente Marco Spissu a Tortona.

Ci racconteresti l’aneddoto più strano che ti è capitato in carriera e la vittoria più importante che hai raggiunto?

L’aneddoto più strano risale all’anno che ero ad Agropoli, eravamo in trasferta a Molfetta in Puglia. Quel palazzetto aveva le panchina a ridosso delle tribune delimitate da un muro è una transenna senza protezione per la squadra ospite. Verso metà partita il pubblico di casa se la prende con un mio compagno di squadra, che fa l’errore di rispondere alle provocazioni. Da quel momento li, è successo di tutto: sputi, gente che cercava di scavalcare per entrare in campo, minacce fini all’arrivo dei carabinieri.
Mentre una vittoria sicuramente importante è stata l’ultima partita di regular season quando ero a sangio, scontro diretto con Empoli per l’ottavo posto (quindi playoffs). Partita sofferta, all’intervallo -13 e io non stavo giocando molto bene per problemi di falli.. negli ultimi due quarti feci 13/14 punti e la tripla del sorpasso a qualche minuto dalla fine.
Un’altra partita molto importante che ricordo è stata due anni fa lo scontro salvezza con Cecina, chi perdeva avrebbe fatto i playout i vincenti si sarebbero salvati.
Mi ricordo negli spogliatoi che abbiamo festeggiato come se avessimo vinto il campionato, perché era stato l’anno del post lockdown quindi abbastanza lungo e sofferto.

Secondo te cosa si potrebbe fare per migliorare in Italia il basket? A livello intrattenitivo ma anche di coinvolgimento di ragazzi per aumentare la cultura cestistica

Sicuramente il parlarne di più sfruttando ogni canale comunicativo è molto utile. Visto che non si può ancora competere con il calcio che se ne parla 7 giorni su 7 in televisione, è giusto sfruttare i social per far conoscere il basket a 360°. Poi magari le società sportive dovrebbero cercare di organizzare più cose con le scuole.

Cosa consiglieresti ai giovani di oggi che vorrebbero intraprendere il tuo stesso percorso?

Allora innanzitutto di cercare di mantenere lo studio, perché è una parte importante di una persona e ti forma e ti prepara al mondo del lavoro. Soprattutto perché in questo mondo ci possono essere mille variabili e un piano di riserva o una seconda passione dovrebbero cercare di averla tutti. Poi sicuramente se l’obiettivo è di diventare un giocatore, consiglio di farsi forza nei momenti difficili e di non mollare, bisogna fare molti sacrifici, ho saltato molte uscite e molte feste con i miei compagni di classe perché il giorno dopo magari avevo una partita importante oppure perché dovevo studiare e sfruttare il tempo libero. Sono stato molto tempo lontano dalla mia famiglia e dai miei affetti per inseguire quello che amo fare. Però a me piaceva e piace tutt’ora giocare e quindi non ho rimpianti e son contento del percorso che mi ha portato fino a qui.

Perfetto, siamo arrivati alla fine, vuoi lasciare un messaggio alla famiglia MDC?

Non in particolare, però bravi e continuate così perché con pagine come la vostra la gente si appassiona di più al basket.

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