Vi siete mai chiesti, guardando il logo della NBA, di chi fosse la silhouette rappresenta proprio al centro? Magari non ci avete nemmeno pensato o magari non immaginavate fosse quella di un giocatore esistito realmente. Chi invece se lo è domandato saprà che quella sagoma, ormai inconfondibile, sul logo della lega cestistica più famosa al mondo, è quella di Jerry West.

Un’infanzia difficile

Jerry West nasce nella Virginia Occidentale il 28 Maggio 1938, in una famiglia molto modesta in cui è il quinto di 6 fratelli. Fino all’adolescenza Jerry ha un’indole fortemente aggressiva, che verrà profondamente mutata da un trauma: nel 1951 infatti suo fratello più grande muore nella guerra di Corea e questo trasformerà Jerry in un ragazzo estremamente timido ed introverso.
Oltre a questo West è anche molto cagionevole di salute, cosa che gli renderà necessari trattamenti vitaminici e che spingerà i medici a sconsigliargli, per diversi anni di praticare sport di contatto. Nonostante questo la grande passione di Jerry West è, sin dalla giovane età, la pallacanestro ed infatti si allena a tirare a canestro da ogni posizione.

Il liceo e l’università

Jerry West frequenterà la East Bank High School, sempre in West Virginia, dal 1952 al 1956, figurando tra i migliori dello stato per gli ultimi 4 anni, e tra i migliori prospetti dell’intera nazione nel 1956, anno in cui realizza ben 32 punti di media.

Terminato il liceo West rimane nel suo stato natio scegliendo l’università del West Virgina, militando tra le fila dei Mountaineers, con i quali totalizzerà in 4 anni una media di 24.8 punti e 13.3 rimbalzi, con medie sempre in crescendo fino all’ultimo anno, chiuso con 29.3 punti e 16.5 rimbalzi a partita e la nomina di All-American. Dopo questa stagione West si dichiarerà eleggibile per il draft NBA.

I primi anni in NBA

Jerry West iene selezionato con la seconda scelta assoluta al draft 1960 dai Los Angeles Lakers , con i quali esordisce il 29 Ottobre dello stesso anno, con 20 punti e 5 assist nella sconfitta contro i Cincinnati Royals. Chiuderà la stagione con 17.9 punti, 7.9 rimbalzi e 4.5 assist, disputando l’All Star Game. Anche grazie ad una super stagione di Elgin Baylor (34.8 punti e 19.8 rimbalzi) i Lakers faranno i playoff. All’esordio West sfiora la tripla doppia (17 punti, 8 rimbalzi e 10 assist), saranno 31 e 11 assist in gara 2, con i Lakers che supereranno 3-2 i Detroit Pistons, ma alle finali di Conference si arrenderanno ai Saint Louis Hawks per 4-3, nonostante i 24.7 punti a partita di West.

La stagione successiva è quella della prima apparizione nei quintetti all-NBA, direttamente nel primo, in una stagione da 30.9 punti, 7.9 rimbalzi e 5.4 assist ed in cui il 17 Gennaio ne segnerà 63 ai Knicks. I Lakers, miglior record ad ovest, sono qualificati di diritto alle finali di conference, dove superano ancora i Pistons 3-2, con West che ne segna 40 in gara 2 e 41 in gara 4, portando i suoi alle Finals contro i Celtics, che però si imporranno 4-3.

La stagione 1962-63 vede ancora West nel primo quintetto NBA con 27.1 punti, 7 rimbalzi e 5.6 assist. I Lakers, miglior record ad ovest, si guadagnano l’accesso alle Finals superando 4-3 i Saint Louis Hawks. Qui trovano nuovamente i Celtics, che vincono il loro terzo titolo consecutivo imponendosi 4-2.

La striscia di Finals si interrompe l’anno successivo, in cui West supera Baylor per punti segnati (28.7 contro 25.4), ma i Lakers cadono al primo turno contro i Saint Louis Hawks per 3-2, nonostante 3 partite da 30 punti dello stesso West.

Celtics – Lakers: atto secondo

Diventano 31 i punti a partita per Jerry West nella stagione 1964-65. Tra i Lakers e le Finals ci sono solo i Baltimore Bullets, che capitoleranno 4-2 in una serie giocata ad un livello clamoroso da West, che dimostra anche perchè uno dei suoi soprannomi è Mr. Clutch: 46.3 punti di media alle finali di conference. Le Finals però avranno lo stesso amaro epilogo di sempre: vinceranno i Celtics per 4-1, nonostante 43 e 45 punti di West nelle 2 gare a Los Angeles.

Nella stagione successiva i Lakers hanno ancora il miglior record della Western Division, West tocca i 31.3 punti in regular season e apre i playoff contro i Saint Louis Hawks con 28 punti e 12 assist sarà l’unica partita sotto i 30 punti in una serie vinta 4-3 dai Lakers che vale le Finals nuovamente contro i Celtics. Anche qui West gioca una serie di altissimo livello, a quasi 34 punti di media, con un picco in gara 4 da 45 punti e 10 assist, ma vince ancora Boston, per 4-3.

Il 1966-67 vede le cifre di West calare leggermente fino a 28.7 punti, 5.9 rimbalzi e 6.8 assist, ma sopratutto i Lakers subire, ai playoff, una cocente eliminazione al primo turno contro i San Francisco Warriors, con West che giocherà soltanto un minuto in gara 1 per un infortunio.

Celtics – Lakers atto terzo

La stagione 1967-68 vede per la prima volta West fuori dal primo quintetto NBA dopo 6 stagioni, in un‘annata da 26.3 punti, 5.8 rimbalzi e 6.1 assist. Per guadagnarsi l’accesso alle Finals i Lakers passano sui Chicago Bulls prima (4-0) e sui San Francisco Warriors (4-1), a cui West ne segna 40 in gara 3. Alle Finals tanto per cambiare ci sono i Boston Celtics. West gioca un’altra serie superlativa, con 4 partite consecutive da 30 punti, inclusa gara 4 da 38 con 10 assist, ma saranno ancora Russell e soci a vincere 4-2.

L’annata successiva è quella del primo big three della storia: ad affiancare Jerry West ed Elgin Baylor arriva infatti Wilt Chamberlain. Il nuovo trio da ai Lakers il miglior record della lega. Ai playoff i gialloviola superano 4-2 i San Francisco Warriors, a cui West ne segna 36 in gara 1 e 2, poi gli Atlanta Hawks per 4-1, per arrivare nuovamente ad affrontare i Celtics, stavolta col fattore campo.

Gara 1 di West è un autentico statement game: 53 punti e 10 assist, a cui seguono i 42 in gara 2; Boston pareggerà vincendo le partite in casa (nonostante 40 di West in gara 4), ma sono ancora 39 di Mr. Logo a segnare il 3-2 Lakers, immediatamente pareggiato dai Celtics al Garden. Gara 7 sarebbe un’altra partita “for the ages” : 42 punti, 13 rimbalzi e 12 assist in 48 minuti in campo, ma i Lakers perdono partita e titolo tra le mura amiche. West vincerà il primo Finals MVP della storia (nonchè l’unico assegnato ad un giocatore della squadra perdente), ma è una magra consolazione.

Alla ricerca del titolo

La stagione 1969-70 vede West tornare nel primo quintetto All-NBA e ( per la prima volta in carriera) anche in quello difensivo, al termine di una stagione da 31.2 punti e 7.5 assist. I Lakers superano 4-3 i Suns al primo turno e poi annientano 4-0 gli Hawks, con West che chiude la serie con 35 punti e 13 assist in gara 3 e 39, con 9 rimbalzi e 12 assist in gara 4. Stavolta alle Finals ci sono i New York Knicks, che vinceranno il loro primo titolo 4-3, nonostante 5 partite da 30 punti di West, con un acuto in gara 4 da 37 e 18 assist.

La stagione successiva vede West diventare maggiormente il cervello della squadra, chiudendo con 9.5 assist a partita (e 26.9 punti), ma salterà tutti i playoff, dai quali i Lakers verranno eliminati in finale di Conference dai Milwaukee Bucks di Oscar Robertson e Lew Alcindor.

Il tanto agognato trionfo

Il 1971-72 è l’anno del career high di assist per West: 9.7 a partita, che uniti a 25.8 punti gli valgono per l’ultima volta in carriera il primo quintetto all NBA. I Lakers sono la prima squadra nella storia della NBA a realizzare 69 vittorie in una stagione e ai playoff superano 4-0 i Bulls, con West che autografa gara 2 con 37 punti e 11 assist e gara 3 con 31 e 9 assist, poi si vendicano dell’eliminazione dell’anno prima coi Bucks battendoli 4-2 ed approdando alle Finals.

Qui ci sono ancora i Knicks, giustizieri dei Lakers 2 anni prima; questa volta però l’esito è diverso: un perentorio 4-1 per i Los Angeles Lakers, che interrompono così una striscia di 8 sconfitte alle Finals. Il titolo di MVP delle finali però finisce nelle mani di Wilt Chamberlain.

Il finale di carriera

L’anno seguente le medie di West calano fino a 22.8 punti e 8.8 assist, ma Mr. Logo è ancora sia nel primo quintetto all NBA che in quello difensivo (l’ultima selezione in carriera in entrambi) e porta i Lakers comunque al miglior record ad Ovest. Ai playoff superati 4-3 i Bulls (con 30 punti e 19 assist di West in gara 2) e 4-1 i Warriors, a cui ne toccano 36, sempre in gara 2, ci sono i New York Knicks alle Finals. Qui si consuma la più classica delle rivincite, con Willis Reed e compagni vittoriosi per 4-1.

Il 1973-74 sarà l’ultimo anno da professionista per Jerry West, che disputerà solo 31 partite, ma prendendo cmq parte all’All Star Game, tenendo una media di 20.3 punti e 6.6 assist. Il 7 dicembre, nella sconfitta contro i Seattle SuperSonics metterà a referto 10 recuperi (statistica contata proprio a partire da quell’anno), che ancora oggi è record di franchigia per i Lakers.

Dopo il ritiro

Una volta lasciato il basket giocato West diventerà allenatore dei Los Angeles Lakers, riportando i gialloviola ai playoff consecutivamente dal 1976 al 1979.

A partire dal 1982 invece occuperà vari ruoli dirigenziali sempre nella franchigia losangelina, diventando l’artefice di ben 7 titoli fino al 2002, portando tramite scambi, draft e free agency campioni del calibro di Magic Johnson, Kareem Abdul-Jabbar, Kobe Bryant e  Shaquille O’Neal a vestire la maglia dei Lakers

Nel 2002 verrà poi assunto dai Memphis Grizzlies, portandoli, nel 2004, a toccare per la prima volta nella storia le 50 vittorie in stagione regolare. Tutte imprese che gli varranno 2 titoli di executive of the year: appunto nel 2004 e nel 1995.

L’eredità

Jerry West è ricordato come uno dei migliori interpreti del proprio ruolo, anche se l’aver dovuto fronteggiare la più grande dinastia di sempre, i Boston Celtics di Bill Russell, lo ha privato di qualche successo, sia personale che di squadra, che,viste le sue prestazioni sul campo, avrebbe sicuramente meritato, a coronamento di una comunque grandissima carriera.

Oltre ad essersi rifatto quando per i Lakers non era più in campo, ma dietro una scrivania, West vanta sia l’inserimento nella Naismith Hall of fame che la propria canotta, con l’iconico numero 44, appesa su soffitto sia dello Staples Center di Los Angeles sia del palazzetto dell’Università della West Virginia.

In ogni caso, per quanto abbia raccolto molto meno di quanto avrebbe meritato, l’immagine di Jerry West sarà sempre legata a quella della NBA grazie a quella silhouette bianca che contraddistingue il logo del campionato di pallacanestro più famoso al mondo.

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