Quando si pensa a un giocatore NBA in grado di migliorare i propri compagni con gli assist si pensa a Chris Paul, Steve Nash e per i meno giovani Jason Williams e Jason Kidd. In quest’ultima stagione c’è però un nuovo nome che si sta facendo largo con prepotenza fra questi nomi. Si tratta di Tyrese Haliburton, il numero 0 in forza agli Indiana Pacers di coach Rick Carlisle, che sta avendo una crescita esponenziale nelle ultime uscite. In questa stagione il prodotto di Iowa State sta viaggiando a 26.9 punti di media con 12.1 assist e 4.2 rimbalzi. Ma adesso andiamo a ripercorrere tutta la sua evoluzione a partire dall’High School.
Haliburton e l’esperienza a Iowa State
Tyrese Haliburton è nato il 29 febbraio 2000 ad Oshkosh in Wisconsin ed è figlio di John Haliburton che fa l’allenatore ma non in orbita NBA. Mentre sua mamma Brenda ha sempre spinto il giovane Tyrese a fare del suo meglio per riuscire a raggiungere la massima competizione americana. Ha frequentato la High School di Oshkosh North dove nell’anno da sophomore è stato inserito nel quintetto difensivo e nel secondo miglior quintetto della competizione. Mentre nell’anno da senior ha viaggiato a 23 punti di media realizzando anche 42 punti in una partita Kaukauna che gli valgono il titolo di Player of the year del Wisconsin Gatorade.
Nella stagione 2018/19 Haliburton si trasferisce al College di Iowa State dove debutterà l’8 novembre contro Alabama realizzando 12 punti con 4 assist e 4 rimbalzi. Ma quello che realizza un mese dopo ha dell’incredibile: 15 punti realizzati e ben 17 assist forniti ai compagni stabilendo il nuovo record che resisteva dal lontano 1974, detenuto da Eric Heft. Nella stagione seguente realizza la sua prima tripla doppia della sua carriera con 22 punti, 12 rimbalzi e 10 assist rendendolo il primo giocatore di Iowa State a riscurci dopo Monte Morris nel 2016 anche se non portò alla vittoria dei suoi. Dopo la regolare season Haliburton decise di rendersi eleggibile per il Draft 2020.
Il passaggio in NBA
Il giovane Tyrese Haliburton viene selezionato dai Sacramento Kings con la dodicesima scelta al Draft, che ha visto scelto alla prima Anthony Edwards. Alla terza invece venne scelto Lamelo Ball che si rivelerà il Rookie of the year con la canottaggio degli Charlotte Hornets. Tornando al protagonista del nostro articolo, il numero 0 gioca 58 partite viaggiando a 13 punti di media con 5.3 rimbalzi con i suoi Kings che chiudono al dodicesimo posto della Western Conference con un record di 31 vittorie e 41 sconfitte. Il prodotto di Iowa State conclude la stagione in anticipo a causa di un problema al ginocchio sinistro che per fortuna non ha intaccato i legamenti, ma che spingono comunque la franchigia californiana a preservarlo.
Nella seconda stagione le sue cifre e la sua confidenza con l’ambiente NBA migliorano e si nota quando nel gennaio e febbraio del 2022 realizza il carreer high di punti e seguentemente di assist fino a quel momento. 38 sono i punti segnati da Haliburton nella sfida del 29 gennaio contro Philadelphia persa 103 a 101. 17 invece gli assist messi a referto la settimana seguente contro gli Oklahoma Thunder che questa viltà portano al successo i Sacramento Kings. La vera svolta arriva tre giorni dopo il record di passaggi decisivi quando la dirigenza californiana decide di puntare su De’Aaron Fox e scambiare di conseguenza il suo numero 0, che finisce così ad Indiana.
La crescita ad Indiana e la trasformazione in star
Il passaggio ad Indiana ne sancisce la trasformazione a punto di riferimento nello scacchiere di coach Carlisle, giunto dopo l’esperienza a Dallas con un certo Luka Doncic. Un coach che sa bene come gestire una giovane stella in rampa di lancio e come aiutarla per elevare il suo gioco. La scorsa stagione è servita da rodaggio per trovare le giuste spaziature e la giusta amalgama che sta dando i suoi frutti in questa stagione. In queste prime diciotto partite giocate Tyrese Haliburton sta avendo le statistiche più alte da quando si trova in NBA.
Ma andiamo più nello specifico: 26.9 punti di media con 12.1 assist a partita con 4.1 rimbalzi. In più lo smacco di essere arrivati alla finale dell’innovativo In-Season Tournament dopo aver battuto i Boston Celtics nei quarti (tripla doppia per il numero 0 con 26 punti, 10 rimbalzi e 13 assist) e i Milwaukee Bucks nella semifinale con un apporto da 27 punti e 15 assist a conferma della dimensione di point-guard della Lega. Il dato più impressionante è che in entrambe le gare giocate non ha perso neanche un pallone. La scorsa notte ha anche esultato nell’ultima tripla segnata copiando indicando il polso come fa di solito Damian Lillard, l’altro numero 0 della sfida.