La storia di oggi è una di quelle che ripercorre la carriera di uno dei giocatori più forti della pallacanestro italiana. Si tratta di Luigi, detto “Gigi”, Datome che ha appeso le scarpette al chiodo dopo l’esperienza al Mondiale delle Filippine concluso lo scorso mese di settembre. L’ultima stagione in maglia Olimpia Milano, nonché ultima della sua carriera, l’ha conclusa con la gara 7 di finale scudetto contro la Virtus Bologna. I 16 punti nella partita decisiva sono valsi il successo per i meneghini e il titolo di MVP delle finali per Datome. Ma prima di parlare dell’ultimo periodo della sua carriera partiamo dagli inizi e da dove tutto è iniziato.
Dall’infanzia in Sardegna al debutto in Serie A
Gigi Datome nasce il 27 novembre 1987 a Montebelluna, un paesino in provincia di Treviso, ma dopo poco si trasferirà in Sardegna, nell’amata Olbia dove inizierà a muovere i suoi primi passi cestistici. Questo grazie al fatto che il papà Sergio rileva la storica società di basket Santa Croce Olbia 70: numero che ricorrerà nella carriera del giocatore. Qui farà tutta la trafila delle giovanili fino al debutto in Serie B2 a 15 anni e riuscendo ad aggiudicarsi il primo scudetto della sua carriera nella categoria Allievi nel 2002.
Questo inevitabilmente attira gli occhi di squadre di Serie A e sarà proprio la Mens Sana Siena di coach Charlie Recalcati a convincere il giovane Datome a trasferirsi in Toscana. Qui fa il suo debutto in Serie A nella prima stagione giocando solo 6 partite e conquista lo Scudetto e la Supercoppa.
Dal record di punti al trasferimento a Scafati
Nella seconda stagione a Siena il suo impiego aumenta timbrando il cartellino per 13 partite e un maggiore coinvolgimento nelle dinamiche della squadra. Ma è nella stagione 2005/06 che inizia a giocare con più continuità partendo anche in quintetto per cinque volte. In questo campionato Datome raggiunge anche il suo massimo di punti in carriera in Serie A, ben 27, contro la Air Avellino risultando il secondo migliore della sua squadra dietro a Rimantas Kaukenas, autore di 31 punti.
Il suo tabellino recita 7 su 9 da due punti (77.8%) e 4 su 7 da tre punti (57.1%) a cui si aggiunge un tiro libero e l’aver raccolto 9 rimbalzi. Da quel momento però Datome vuole cercare nuove esperienze anche a causa del cambio di guida tecnica passata da Recalcati a Simone Pianigiani. Con questo arriva con il passaggio alla Legea Scafati dove rimarrà per due sole stagioni collezionando 46 presenze.
Il periodo d’oro alla Virtus Roma
L’ascesa di Gigi Datome tocca uno dei suoi punti più alti nell’esperienza alla Virtus Roma, dove diventa il giocatore di riferimento. Qui alla fine della prima stagione verrà premiato con il titolo di miglior Under 22 del campionato italiano frutto di 32 presenze con una media di poco meno di 9 punti a partita. Nella stessa stagione torna a giocare l’Eurolega dopo le brevi apparizioni con la Mens Sana: ottiene 5.8 punti a partita. Rimarrà a Roma fino alla stagione 2012/13 dove sarà il vero trascinatore della squadra e riuscirà a raggiungere le finali scudetto perdendole contro la sua ex squadra, Siena. Le prestazioni fornite in questo campionato gli permetteranno di vincere il titolo di MVP della Serie A con 16 punti di media a partite nelle 49 giocate tra stagione regolare e Playoff.
Gigi Datome e il grande salto in NBA
Nell’estate del 2013, alcune squadre NBA mettono gli occhi su Gigi Datome, che si sente pronto per affrontare un’esperienza oltreoceano. È così che i Detroit Pistons riescono a convincere il classe 1987 ad entrare nel loro roster. Ma una piccola chicca l’ha raccontata lo stesso Gigione qualche tempo fa durante il podcast di Gianluca Gazzoli “Passa dal Basement” in cui racconta come inizialmente la scelta Pistons fosse dovuta dal fatto che gli garantivano due anni di contratto. In più in una cena, l’allora dirigente e leggenda Joe Dumars gli consegna la maglia di Detroit con il numero 13 e il nome Datome sulle spalle. Fatto che l’ha convinto una volta di più ad effettuare il grande salto oltreoceano.
Però la sua avventura a Detroit non è molto fortunata anche a causa di un infortunio al piede rimediato in Nazionale che ne limita la pre season e di conseguenza gran parte della stagione. Poi anche il rapporto con l’allora coach Steve Van Gundy è stato conflittuale, ai limiti del non esistente. Concluderà così la prima stagione collezionando 34 gettoni per una cifra complessiva di 238 minuti. La stagione successiva sarà quella della rivoluzione ai Detroit Pistons che lo vedrà relegato ancora più ai margini con la discesa anche in D-League nella squadra satellite. Qui scenderà in campo nel torneo dove perderà la finale del torneo facendo poi ritorno nella squadra NBA.
Il passaggio ai Celtics
Ma la svolta nell’avventura americana arriva vicino alla chiusura degli scambi di febbraio 2015. Il 19 per la precisione arriva lo scambio che gli fa cambiare casacca: i Boston Celtics di Brad Stevens si assicurano le sue prestazioni. Qui Gigi Datome decide di cambiare anche numero di maglia passando dal 13 che ha caratterizzato la sua prima parte di carriera al numero 70 in onore della sua prima squadra, nonché quellla di suo papà.
L’esperienza in Massachusetts è decisamente più fortunata rispetto alla precedente: qui produce il suo carrer high in NBA con 22 punti nella partita del 15 aprile del 2015 contro i Milwaukee Bucks dove partiva in quintetto tirando con il 42.9% da tre punti. I Celtics si qualificano alla post season con il settimo posto e trovano subito i Cleveland Cavaliers di LeBron James. Saranno tre le sue presenze nei Playoff con 4 punti messi a referto nelle tre partite.
Gigi Datome e il ritorno in Europa
Ma alla fine della stagione Gigi Datome decide di tornare in Europa e lo fa dalla porta principale, quella dei turchi del Fenerbahce. L’obiettivo nella testa del giocatore è chiaro: tornare in Europa e farlo da protagonista per dimostrare a tutti che è sempre lo stesso che ha portato Roma alle finali scudetto.
La prima stagione lo vede protagonista in Eurolega con ventinove partite giocate alla media di 12.4 punti di media con il 46.2% da tre punti. Ma la corsa nella competizione europea si ferma in finale dove ad avere la meglio è il CSKA Mosca con il punteggio di 96 a 101.
Non è stata comunque una stagione negativa per Gigi Datome visto la vittoria del campionato turco, della coppa nazionale e del titolo di MVP delle finali scudetto. A Istanbul trova anche Nicolò Melli con cui era già compagno di Nazionale e che ritornerà lungo la carriera del classe ’87. Il secondo anno il Fenerbahce riesce a bissare il successo del campionato e a vincere l’Eurolega, con un Datome sempre più protagonista. Nella seconda stagione turca ha delle statistiche leggermente più basse ma riesce comunque a trovare con continuità la via del canestro.
Nell’anno successivo, 2017/18, l’obiettivo della squadra turca è quella di dare nuovamente l’assalto alla massima competizione europea che però sfugge di nuovo in finale contro il Real Madrid di un certo Luka Doncic. Il risultato finale è 85 a 80 per i Blancos con il numero 70 realizza solo 6 punti e il suo compagno Nicolò Melli arriva addirittura a 28.
L’approdo all’Olimpia Milano
Il richiamo dell’Italia inizia a farsi sempre più forte nei pensieri di Gigi Datome ed è così che nel 2020 decide di tornare nel paese da dove è iniziato tutto. È l’Olimpia Milano di Ettore Messina a convincerlo a tornare dopo sette anni in cui ha viaggiato tra Stati Uniti e Turchia. Il primo anno di ritorno vede un’ottima prestazione da parte della squadra meneghina in Eurolega, dove la corsa si ferma in semifinale persa nei momenti finali contro il Barcellona. Mentre per quanto riguarda il campionato italiano c’è la sconfitta in finale scudetto contro la Virtus Bologna. Nella stessa stagione Datome si toglie anche lo sfizio di vincere la Coppa Italia da MVP della competizione: altri trofei che si aggiungono al suo già ricco palmares.
La stagione seguente riesce però a conquistare con l’Olimpia Milano lo scudetto, il primo da protagonista dopo quello vinto nel lontano 2004. L’avversaria è sempre la stessa, la Virtus Bologna, ma questa volta il risultato è in favore dei biancorossi. È una stagione difficoltosa quella di Gigi perché gli infortuni iniziano ad aumentare rispetto al passato. Anche in questa stagione però si aggiudica la Coppa Italia, seconda consecutiva.
La stagione conclusiva di Gigi Datome
Arriviamo così alla sua ultima stagione, 2022/23, e il pensiero del ritiro inizia a balenargli nella testa, come lui stesso afferma nel già citato podcast di Gianluca Gazzoli. E infatti poi a fine della scorsa stagione lo stesso Datome con un video sul suo profilo Instagram annuncia la decisione di ritirarsi dal basket giocato. Ma prima di fare ciò decide di regalare a tutti gli appassionati “The Last Dance” e lo fa con una gara 7 della finale scudetto strepitosa. 16 punti il suo tabellino a fine partita tirando con il 70% dal campo, altro numero non casuale visto che è quello che indossa in onore della squadra da dove tutto è iniziato. Questo gli vale anche il titolo di MVP delle Finali scudetto 2022/23.
Gigi Datome e il rapporto con la Nazionale
Tornando indietro nel tempo il suo esordio con l’Italbasket risale addirittura al 2 giugno 2007 in amichevole contro la Croazia dove ha segnato 5 punti. Ha fatto anche parte della generazione forse più forte della pallacanestro italiana con Belinelli, Hackett, Gallinari, Bargnani e Gentile. Purtroppo è stata anche la parte di storia in cui non è stato raggiunto nessun trofeo.
Il career high in Nazionale per Datome è di 28 punti ottenuto nel luglio 2014 contro la Bielorussia nel torneo di Sarajevo. Ma se guardiamo ai numeri complessivi ottenuti da Gigi Datome si nota come siano 203 le presenze totali che lo attestano al decimo posto della classifica all time. Invece i suoi punti totali sono 1766, distanti dal record assoluto di Antonello Riva, 3784, che dura dal 1992. Prima di chiudere definitivamente con il basket giocato, Gigi Datome decide di accettare la convocazione di coach Gianmarco Pozzecco per partecipare ai Mondiali nelle Filippine come capitano. Questa esperienza, l’ultima della sua carriera, si è dilettato in un podcast diretto insieme all’amico di tante battaglie, Nicolò Melli, chiamato Afternoon dove i due giocatori a turno intervistavano i compagni creando delle gag molto divertenti.