Il recupero della 24esima giornata tra Efes e Real Madrid di Eurolega, rinviata a causa del tragico terremoto che ha colpito la Turchia, prometteva spettacolo e così è stato. Sia per la rivalità tra Blancos e turchi dopo la finale dello scorso anno, sia per la situazione di quest’ultimi, praticamente con le spalle al muro nella corsa tra le prime otto. L’Efes però la conosciamo, le partite importanti le gioca con uno spirito diverso; qualora dovessero riuscire a centrare i playoff, come ha proprio sottolineato Ataman, fortemente convinto di poter ancora ambire al triplete, chiunque rivedrebbe gli spiriti dello scorso anno.
L’analisi di Efes – Real Madrid
Parte subito forte il Real, in missione non per battere l’Efes ma per vincere ed eliminarlo virtualmente dalle prime otto. Lo Zalgiris e il Partizan sono infatti a quota 15 vittorie, onestamente è difficile vedere fuori Maccabi e Baskonia (anche loro a 15 W) pertanto solamente un posto rimane libero. I turchi per la prima volta in stagione sembrano piegare le gambe in difesa e trascinati dalle loro stelle rimangono a contatto fino alla pausa lunga, anche se i rimbalzi offensivi madrileni sembrano essere la chiave del match.
Pronti via e una serie terrificante di triple firmate Larkin-Singleton e Clyburn scavano il fosso: +17 Ataman e merengues frastornate. L’Efes però fa capire il perché sia al decimo posto nonostante l’enorme talento a disposizione; i turchi si addormentano letteralmente e Rodriguez e Musa prima e Yabusele poi riportano in parità la contesa. E’ un canestro da campione di Larkin a far esplodere di gioia la parte celeste di Istambul, 90-89 il finale.
La situazione delle due squadre
Come ampiamente detto, gli infortuni di Larkin e Micic nel corso della stagione hanno reso difficile la costanza di risultati ma visto il roster ciò è una scusante solo in parte. Non è mai sbocciata la chimica con Clyburn e la superficialità unita probabilmente alla ‘sindrome della pancia piena’ a portato l’Efes a cacciarsi in un bel guaio dal punto di vista della classifica. Seppur la vittoria dia morale, è molto difficile vederli ai playoff: oltre a vincere serve un qualche passo falso avversario. Se dovesse verificarsi l’approdo, chi beccherebbe l’Efes (probabilmente l’Olympiakos) non dorme notti tranquille fino a metà aprile, ma nel caso contrario la stagione sarebbe un vero e proprio fallimento. Sponda spagnola, la sconfitta non permette al Real di agguantare i greci al primo posto; poco importa, chi arriva primo in regular season poi non vince la Coppa, lo dicono le statistiche.
Dato più preoccupante sono invece i finali punto a punto che Chus Mateo sta lasciando per strada; i blancos mostrano a tratti uno strapotere degno della loro rosa ma la mancanza di un vero leader (Llull out per infortunio e Musa ancora poco autorevole) si fa sentire nei momenti pesanti. Il Real è chiamato a portare a casa risultati – dopo l’eliminazione in Copa del Rey – e il bel gioco purtroppo è fine a se stesso, specialmente nei club di queste dimensioni ed ambizioni. Quest’anno più che mai vincere l’Eurolega è complicatissimo, vengono in mente 4/5 squadre in grado di arrivare fino in fondo; alla corte di FlorentinoPerez ormai la coppa manca da 5 anni, è ora di riportarla dove è stata assegnata per ben dieci volte.