La regular season continua, cosa è successo in questi ultimi sette giorni? Un avvenimento per notte per rimanere aggiornati sulla situazione oltreoceano, un riassunto della settimana 14 della NBA 22/23.


In questo appuntamento vi parliamo di Embiid, Jokic e Sabonis. Delle vittorie di Grizzlies e Celtics. I 38 di Mobley. LAL che va a vincere in rimonta e il ritorno di Isaac dopo quasi tre anni.

Embiid e Jokic: dominio dei due centri

Nella stessa nottata, 18/1, quelli che possiamo considerare quasi all’unanimità i due migliori centri della NBA decidono di dominare due diverse partite.

Partiamo dal serbo. Il due volte MVP in carica è uno dei giocatori più chiacchierati della nostra rubrica, ogni volta riesce a stupirci con le sue prestazioni. Contro Portland ha tirato fuori la quattordicesima tripla doppia della stagione. 36 punti, 12 rimbalzi, 10 assist con un incredibile 13 su 14 dal campo. In tutta la storia della NBA si erano viste solo altre tre triple doppie con più del 90% dal campo, due di Wilt Chamberlain e una dello stesso Jokic. Neanche a dirlo, è arrivata la settima vittoria consecutiva per i Nuggets.

Nikola nelle ultime partite sta arrivando a livelli di efficienza raramente visti: in 3 delle ultime 4 partite non ha sbagliato neanche un tiro dentro l’area dei tre punti. Ha tirato da questa zona 39 tiri segnandone 34 per un croccantissimo 87.2% come 2Pt%. Jokic è ormai ufficialmente il favorito per l’MVP.

Passiamo ora a Embiid. Il camerunense magari non raggiungerà i picchi di efficienza del collega serbo, ha però un impatto sulla propria squadra paragonabile a veramente pochi in tutta la lega. Dopo un inizio di stagione difficile per Phila e per lui (giocò le prime partite palesemente non nella miglior condizione fisica), Joel sta ora trascinando la sua squadra fino gradini più alti dell’est. I Sixers, dopo questa gara, si trovano al terzo posto della propria conference.

Contro i Clippers della bestia nera Kawhi Leonard arriva la quinta vittoria consecutiva fuori casa. Nelle ultime 10 partite, 8 sono le vittorie totali. In una serata no di Harden, Embiid registra una prestazione da 41 punti, 9 rimbalzi, 3 assist e 2 stoppate. Poco fa vi abbiamo accennato di quanto il centro sia impattante per la propria squadra, un esempio lo abbiamo avuto proprio durante questa gara. Quando Joel è rientrato in campo a 7 minuti e 30 secondi dalla fine del quarto quarto, il punteggio era 104-98 per Philadelphia. Quattro minuti e mezzo dopo, quando è uscito, il punteggio segnava invece 117-98, un +13 in questo lasso di tempo. Si poteva fare peggio.

Grizzlies: contro i Cavs arriva l’undicesima vittoria di fila

Grizzlies e Cavaliers, due squadre che in questo momento presentano delle analogie. Entrambe le rivedremo sicuramente nella postseason, entrambe saranno con grossa probabilità protagoniste nei prossimi anni di NBA. Capiamo quindi che questa partita, notte del 19/1, nonostante l’assenza di Mitchell, non fosse una gara qualsiasi. Argomento di giornata è la squadra vincitrice. Dopo questa notte Memphis colleziona l’undicesimo successo consecutivo.

La partita è vinta da Morant e compagni per un solo punto, 115-114, decisivo il canestro di Steven Adams a 16 secondi dalla fine dopo l’errore in penetrazione di Ja. Dall’altra parte è Dillon Brooks che spegne le speranze di Cleveland. Nell’ultima azione della partita va infatti a stoppare un Darius Garland da 24 punti e 14 assist. Spesso messo dagli appassionati al centro di possibili trade dei Grizzlies, Dillon è ormai uno dei migliori difensori sulla palla della lega. Sapendo anche delle sue capacità offensive, il giocatore non sarebbe così facilmente sostituibile.

Miglior marcatore della gara Desmond Bane, 25 punti per lui. Il giocatore sta recuperando la condizione dopo l’infortunio e assomiglia sempre di più alla sua versione vista a inizio stagione. Nelle ultime tre partite 25, 28 e 25 punti con il 58% al tiro. Bane è rientrato da 12 partite, il record di Memphis in queste gare è di 11 vittorie e 1 sconfitta.

GSW-Boston: Finals rematch

Notte del 20/1, va in onda il secondo rematch delle ultime finali NBA, GSWBoston. I Celtics ospitano i campioni in carica contro cui avevano perso anche il 10/12. La gara viene vinta dalla squadra di casa, che ha affrontato la partita diversamente da una qualunque sfida di regular season. Al Horford, ai microfoni di ESPN sottolinea proprio questo concetto: “I wanted to win really bad,”. “It’s a regular season, it’s just one game. It’s over. But it’s an important game.”

Tatum sigla il proprio massimo in carriera di rimbalzi, 19, uniti a 34 punti e percentuali rivedibili (9 su 27 al tiro). Il già citato Al Horford registra una doppia doppia da 20 punti e 10 rimbalzi.

La partita si è conclusa dopo un overtime, Boston ha però provato a complicarsi la vita, osservate il video degli ultimi possessi della gara spiegati e commentati da Rob Perez.

A 37 secondi dalla fine Boston stava sul più sei, poi Smart ha fatto un paio di errori di troppo.

I Celtics continuano una stagione da schiacciasassi, viaggiano in solitaria al primo posto a est e nella propria conference non è ancora emerso chi sarà il loro vero rivale. Vedremo se nella seconda metà di stagione qualcuno sarà in grado di impensierirli.

Kings: il miglior Domantas Sabonis mai visto

Siamo partiti dal centro di Denver, vi abbiamo poi parlato di Embiid e i suoi Sixers. Rimaniamo sullo spot di cinque e voliamo a Sacramento dove si è giocato contro i giovani Thunder. Ormai lo avete capito, oggi non si può non parlare di Domantas e di come stia giocando, ci scuserà un Irving che nella stessa notte ha messo 48 punti. La partita in questione è quella del 21/1, la sesta vittoria consecutiva di questi Kings.

Nella notte del career high del rookie Murray, Sabonis completa la sua quinta tripla doppia stagionale. Il lituano segna 18 punti, prende 13 rimbalzi e sforna 14 assist.

Domantas quest’anno viaggia a 18.8 punti, 12.6 rimbalzi (career high e migliore della NBA) e 7.3 assist (anche questo career high) di media. Inutile dire che questa versione del lituano è la migliore che abbiamo mai visto. Il sistema offensivo di coach Green basato sul duo Fox e Sabonis è una macchina da punti. Il risultato è che i Kings si trovano ora, meritatamente, al terzo posto della NBA e giocano un basket tra i più divertenti di tutta la lega.

Per darvi un’idea della stagione storica di Sacramento ecco un paio di dati. L’ultima volta che i Kings si trovavano al terzo posto della propria conference era durante la stagione 2002/03, l’ultimo giocatore di Sacramento che invece è stato al primo posto nella classifica rimbalzi? Chris Webber, anno 98/99.

Mobley career high contro i Bucks

Gara della notte del 22/1. Si sfidano Cavs e Bucks in una partita dal sapore di play-off. In realtà sono le assenze le prime protagoniste dell’evento. Fuori dalla partita sono infatti Giannis Antetokoumpo, Khris Middleton e Donovan Mitchell. Perché allora abbiamo deciso di parlarvi di una partita in cui i due migliori giocatori (uno per squadra) erano assenti?

La risposta, come vi abbiamo anticipato nel titolo, ha un nome e un cognome: Evan Mobley. Il sophomore di Cleveland segna 38 punti, massimo in carriera. Mobley è un giocatore che l’anno scorso impressionò in particolare per la propria difesa. Già nel suo primo anno il numero 4 era considerabile uno dei migliori difensori di tutta la lega. Per quanto riguarda l’attacco invece si erano solo visti interessantissimi flash, ottimi segnali che facevano sperare a un suo sviluppo in questa metacampo.

Nel corso dell’estate sono iniziate ad arrivare prime voci su miglioramenti offensivi di Evan, miglioramenti che però, con l’approdo di questo strepitoso Mitchell, faticavano a mostrarsi. Ecco però che arriva l’infortunio di Donovan, Mobley trova più spazio. Nelle prime tre partite senza il compagno (comprendendo quella dell’infortunio) segna 18 punti di media. Nella quarta esplode con il career high.

Se il fare 38 punti potrebbe non sembrarvi un dato così eclatante nella NBA di oggi, sappiate che Mobley lo ha fatto senza segnare un libero o una tripla. Contro di lui c’era poi uno dei migliori difensori al ferro della lega, Brook Lopez, candidato quest’anno a DPOY.

Lakers-Trail Blazers: che rimonta per Lebron e compagni

Quella del 23/1 tra Lakers e Trail Blazers è stata una partita dai due volti. Un primo tempo dominato dalla squadra di Portland e un secondo che ha visto un’inaspettata reazione dei losangelini. La gara viene vinta dai Lakers che si portano su un record di 22 vittorie in 47 partite giocate e mantengono vivo il desiderio di raggiungere uno dei primi 10 spot in classifica.

La gara parte con degli ottimi Blazers. Anfernee Simons appare infermabile davanti al proprio pubblico, nella prima metà di partita segna 23 punti (saranno 31 i totali), con un 6 su 8 da tre punti. I Lakers scivolano sul meno 25 e vanno negli spogliatoi dove però sembra cambiare qualcosa.

Nel terzo quarto arriva la reazione degli ospiti. Parziale di 40 a 20. LAL torna a tutti gli effetti in gara e poi va a vincere nell’ultimo quarto.

Miglior marcatore della partita, neanche a dirlo, il solito Lebron James. Il Re sigla un’altra doppia doppia, 37 punti e 11 rimbalzi sul suo tabellino. Il centro Bryant gioca una gara da 31 punti e 14 rimbalzi con un 4 su 5 da tre e soli tre tiri sbagliati in tutta la partita.

La vittoria stagionale numero 23 posiziona i Lakers al dodicesimo posto della Western Conference. Una classifica molto densa fa però in modo che la decima posizione (play-in) disti una vittoria. Il sesto posto, ultimo che garantisce i play-off sicuri, è a solo due vittorie. Considerando che negli ultimi giorni sono arrivati dei buoni segnali da un Davis vicino al rientro, non si può dare per sconfitta questa squadra.

Magic: due anni dopo, torna Isaac

Dopo 904 giorni dalla sua ultima partita NBA, ecco che stasera (24/1) abbiamo rivisto in campo Jonathan Isaac. Quella giovane ala che aveva fatto innamorare i tifosi dei Magic e che sembrava destinato ad un posto fisso nel primo quintetto difensivo della lega per molti anni.

La storia ci dice che questo non è però successo, gli infortuni non hanno lasciato in pace il prodotto di Florida State, fermando la sua carriera proprio nel momento in cui aveva lasciato trasparire tutto un mondo offensivo esplorabile. Diciamolo chiaramente, su Jonathan erano riposte davvero tante speranze.

Ecco che però non tutto va sempre come si spera e ci ritroviamo oggi a commentare il ritorno in campo di questo ragazzo che ha già compiuto 25 anni.

Gli avversari dei Magic sono i Boston Celtics che sembrano patire particolarmente la squadra di Orlando. Quest’anno hanno infatti perso tre delle quattro partite disputate contro la squadra di Banchero, 23 punti per lui, miglior scorer della propria squadra.

Isaac gioca solo 10 minuti, tanto basta per mettere a referto 10 punti e mostrare alcuni dei lampi del giocatore che calcava il parquet quasi tre anni fa. Non sappiamo come continuerà la sua carriera, il ragazzo è ancora giovane e, nonostante debba recuperare tanto, le potenzialità per fare bene ci sono tutte. Pensare ai Magic dei prossimi anni con lui diventa davvero interessante. Intanto lasciamo tempo al tempo, Isaac stesso ci darà le risposte, noi non possiamo fare altro che esser contenti del suo ritorno.

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