Archiviate le feste, ripartiamo con la nostra consueta programmazione di interviste esclusive. Dopo aver avuto il piacere e l’onore di parlare con Emmanuel Innocenti e con Matteo Visintin, ecco qui un’altra chiacchierata interessante. È la volta dell’ala grande Riccardo Salvioni, anche lui giocatore della Stella Azzurra Roma, classe 2004 e l’unico dei tre che gioca in una squadra della città in cui è nato visto che è originario di Genzano di Roma. Si può trovare anche il suo profilo nella classifica dei migliori prospetti del 2004, attualmente si trova al ventesimo posto.

Ciao Riccardo, innanzitutto grazie per la tua disponibilità! Ci faresti una breve intervista di chi sei e dove giochi? Cosa ti ha spinto a giocare a basket?

Ciao a tutti! Sono Riccardo Salvioni ho 18 anni e gioco per la Stella Azzurra Roma. Ho iniziato a giocare grazie a mio padre che ha giocato per tutta la vita, anche solo per divertimento ed è grazie a lui che mi sono innamorato di questo sport.

Come si è evoluta la tua carriera?

Ho iniziato a giocare a basket all’età di 5 anni in un paese vicino Roma, chiamato Lanuvio, dove sono rimasto fino all’U14. L’anno successivo mi sono trasferito alla Stella Azzurra Roma dove ho giocato tutte le giovanili fino ad ora in Under 19 e Serie A2.

Ci racconti la tua esperienza in Nazionale? Cosa si prova ad indossare la maglia azzurra? Cos’hai provato quando hai saputo che avresti giocato con l’Italia?

L’esperienza in Nazionale è stata probabilmente la cosa più bella da quando ho iniziato a giocare. Quest’estate è stata la prima volta in assoluto in cui ho partecipato ad un raduno e ci sono arrivato con tanta voglia di dimostrare di poter entrare a far parte dei 12 che avrebbero partecipato all’Europeo. Sicuramente indossare la maglia dell’Italia è un’emozione unica ma anche una grande responsabilità, perché rappresenti una nazione intera e devi onorarla al massimo.

Hai un idolo? Invece un tuo punto di riferimento italiano e non?

Il mio idolo è sempre stato Kobe Bryant ed è uno dei motivi principali per cui amo il basket. In campo non ho un vero e proprio punto di riferimento ma cerco di imparare da tutti i grandi giocatori.

Qual è la tua routine settimanale e quella pre gara?

Durante la settimana al mattino vado a scuola, poi faccio pesi e allenamento di squadra. Prima della gara invece ascolto musica e mi concentro, faccio un po’ di tiro prima di fare il solito riscladamento con il resto della squadra.

Hai altre passioni oltre la pallacanestro?

Oltre alla pallacanestro, mi piace ascoltare la musica e seguo molto anche il calcio.

Qual è il tuo sogno nel cassetto?

Il mio sogno nel cassetto è quello di poter giocare in Serie A e riuscire a debuttare anche in Eurolega. Sicuramente sarebbe un sogno essere allenato da Popovich perché secondo me è il miglior allenatore di sempre.

Quali sono gli atteggiamenti che non sopporti da parte dei tuoi compagni e quali invece apprezzi?

Un atteggiamento che non mi piace è quando qualcuno magari sta giocando male e si intestardisce cercando di fare meglio ma peggiora solo la situazione. Uno che invece mi piace è quando qualcuno fa un errore e arriva subito un compagno a supportarlo e a sostenerlo.

Ti andrebbe di raccontarci l’aneddoto più strano che ti è successo in carriera? E la vittoria più importante raggiunta?

Un aneddoto strano è quando due anni fa un ragazzo appena arrivato alla prima partita con noi ha segnato il primo canestro in partita tirando da metà campo. La vittoria più importante è probabilmente la tappa dell’Eurolega giovanile che abbiamo giocato a Patrasso.

Un messaggio alla famiglia MDC

Un saluto ai follower del microfono del cestista, grazie a tutti!

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