Stagione nuova, ma vecchi problemi nella Los Angeles gialloviola, infatti l’ultima sconfitta per 106-104 all’ex Staples Center contro i Portland Trail Blazers lascia i Lakers, insieme a Kings, Thunder e Magic nel poco lusinghiero gruppo di squadre ancora a secco di vittorie.

Nonostante le prestazioni discutibili, 0/11 al tiro contro i Clippers e 4/15 contro i Blazers, culminate con il possesso di domenica scorsa gestito in maniera discutibile. Ha preso la palla sul 104 pari e concluso con un jumper dal midrange con ancora 15 secondi a disposizione sul cronometro è ingeneroso. Questi sono sicuramente errori ma arrivare ad usare Russell Westbrook come capro espiatorio attribuendogli tutte le colpe di queste sconfitte è esagerato.

Senza dubbio il prodotto di UCLA non è per caratteristiche il candidato ideale a completare un trio con LeBron James ed Anthony Davis, ma è altrettanto vero che il roster dei Lakers è perfetto per amplificare enormemente i difetti del suo numero 0. Brodie ha dimostrato ampiamente di rendere al meglio quando è attorniato da giocatori dotati di una certa pericolosità dal perimetro, che gli consentono di avere l’area a disposizione per attaccare il ferro: indubbiamente la specialità di casa Westbrook, ma, come rimarcato dallo stesso LeBron James dopo la sconfitta contro i Warriors, ai Lakers mancano tiratori affidabili.

In conclusione visti i 47 milioni di dollari che Westbrook percepirà da qui a fine stagione è giusto che venga messo sul banco degli imputati perchè malgrado l’intensità che mette in campo, anche difensivamente, cosa a cui non è mai stato particolarmente avvezzo, il suo apporto è decisamente insufficiente se commisurato al contratto. Ma è in primis il roster dei Lakers ad essere disfunzionale per il basket odierno, ragion per cui le colpe di queste prime fallimentari uscite non sono da attribuire soltanto a Russell Westbrook.

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