La regular season è finalmente iniziata, cosa è successo in questa primi sette giorni? Un avvenimento per notte per rimanere aggiornati sulla situazione oltreoceano, un riassunto della prima settimana NBA.
Lakers, da tre chi tira?
Opening night del 18/10. I Lakers volano in casa dei campioni in carica, Lebron vs Steph alla prima partita e consegna degli anelli, non si potrebbe desiderare di meglio. La partita però non è esattamente combattuta, la squadra della baia appare in controllo e vince senza grossi problemi. L’intervista di Lebron obbliga però la squadra di LA a guardare un problema che in estate hanno finto di non vedere: non ci sono tiratori veramente affidabili in squadra, gli avversari scelgono volontariamente di lasciare tiri aperti da tre punti ai Lakers.
Benvenuto Paolo!
Seconda giornata di gare, notte del 19/10. La partita d’esordio di Banchero ha superato ogni più rosea aspettativa. Guardando il tabellino della sconfitta contro Detroit si leggono 27 punti 9 rimbalzi e 5 assist (link al tabellino completo) e, facendo un confronto, era da quando nel 2003 esordì Lebron che non venivano registrate cifre simili nella prima partita di un rookie, non si vogliono fare paragoni tra i due ma sicuramente c’erano modi peggiori per partire. La sua prima partita è bastata per mettere tutti d’accordo su un fatto: è già lui la stella di Orlando.
525 giorni dopo, è tornato Kawhi Leonard
Notte del 20/10. Era un anno e mezzo che non lo si vedeva sul parquet, 525 giorni per la precisione, nel pomeriggio arriva la comunicazione della squadra: Kawhi giocerà, partirà però dalla panchina per il derby losangelino.
A 6’25” da termine del secondo quarto Leonard entra, la sua prima azione ricorda a tutti che giocatore ci siamo persi: rimbalzo difensivo, transizione in palleggio fino alla posizione di ala, cambio di mano sotto le gambe, uno, due palleggi e step back dalla media, il risultato? Solo retina.
Ja Morant, un iscritto alla corsa MVP?
Quarto giorno di NBA, il 21/10 un primo giocatore si iscrive ufficialmente, durante la sua seconda partita stagionale, alla corsa per l’MVP, il suo nome è Ja Morant e contro Houston ha tirato fuori una prestazione da capogiro da 49 punti 4 rimbalzi e 8 assist vincendo la gara. Morant ha vissuto due prime gare in cui è stato incontenibile, l’aspetto del gioco in cui però sta facendo più impressione è il tiro da fuori: Ja non è stato un tiratore rispettabile nei sue primi tre anni nella lega (33,2%), prima dell’inizio della stagione ha però dichiarato di aver lavorato durante l’estate su quest’aspetto. Due partite non bastano per confermare la cosa ma sicuramente un 8/12 dalla distanza è un ottimo segnale.
Indiana, How I Met Your Mathurin
Con le sesta scelta assoluta Indiana ha selezionato il giovane Bennedict Richard Felder Mathurin di cui vi abbiamo anche già parlato (recuperate la preview su Indiana). Giorno 22/10 Mathurin piazza 27 punti nella vittoria contro i Pistons, con questa prestazione la sua stagione recita 72 punti segnati in 86 minuti con una media di 24 punti a partita, tutto questo in uscita dalla panchina. Bennedict, 20 anni, è una guardia estremamente fisica, con un tiro dalla distanza pulitissimo che al momento sta convertendo con il 52,4%, combinazione di skills che gli sta permettendo di impattare da subito con i “grandi”.
Nel suo gioco spicca poi la capacità di assorbire i contatti per concludere al ferro, spesso in transizione. Banchero è avvisato, per il ROY la corsa è iniziata.
In testa alla NBA si suona il Jazz
Notte del 23/10, che sta succedendo Salt Lake City? A quanto pare le previsioni di fine estate riguardo a una stagione costellata di sconfitte sono (al momento?) errate. I Jazz si stanno rivelando una squadra migliore del previsto, la ricetta delle tre vittorie nelle prime tre partite è stata una buona batteria di comprimari e un Lauri Markkanen nelle vesti di prima opzione offensiva (ve lo avevamo anticipato nella top 5 sorprese della stagione). Il giocatore finlandese sta tenendo al momento delle medie di 24 punti e 9,7 rimbalzi con un carico di responsabilità diverso dal passato.
Probabilmente la dirigenza proverà una trade a stagione in corso per dare via qualche veterano in cambio di giovani e/o scelte, sacrificando il presente per il futuro. Al momento però Utah si gode il momento dalla cima della classifica.
Simons e Portland, non male
Ultima notte della prima settimana NBA, con la partita contro Denver, Portland continua a vincere e si porta sul 4-0. Il protagonista di queste prime quattro partite è stato ovviamente Damian Lillard, il play della franchigia dell’Oregon sta viaggiando a 33,3 punti di media e guidando la sua sua squadra, questa notte però lo show gli è stato rubato da uno splendido terzo quarto del giovane Anfernee Simons. Il 23enne è stato incontenibile, 22 punti in 10 minuti con 6/7 da tre e 8/9 dal campo, a fine partita si troverà con 29 punti in 36 minuti.
La situazione generale di Portland prima dell’inizio della stagione era incerta, discordanti erano i pareri sul reale valore della squadra nonostante un mercato mirato al miglioramento di quella difesa che tanto aveva faticato negli ultimi anni, al momento però i Blazers stanno portando sempre a casa il risultato e zittendo tutti quelli che sostenevano si dovesse già pensare al post-Lillard.