“Do you believe in miracles?”: queste le parole di un Federico Buffa incredulo di fronte a ciò di cui era appena stato testimone. Facciamo un passo indietro: siamo a Houston, in Texas, e i San Antonio Spurs conducono per 76 a 68 sui Rockets padroni di casa un caldissimo derby texano che sembra ormai in loro totale controllo.

36 secondi alla fine: Spurs 76 – Rockets 68

Mancano 36 secondi alla fine della partita quando Tracy McGrady si alza dalla punta e firma la tripla del 76-71. Gli uomini di Van Gundy decidono di spendere subito un fallo e mandano in lunetta Devin Brown, che con un chirurgico 2/2 rimette i suoi avanti di 7 lunghezze con 32 secondi rimasti.

32 secondi alla fine: Spurs 78 – Rockets 71

A ricevere palla sulla successiva rimessa è nuovamente McGrady, che supera la metà campo e sfrutta un blocco di Yao Ming per togliersi dalla marcatura di un grandissimo difensore come Bruce Bowen; contro il numero 1 dei Rockets finisce Tim Duncan che, commettendo un errore decisamente non da lui, salta sulla finta di McGrady, a sua volta molto furbo nel leggere la situazione e cercare un contatto mandando per aria il pallone, sul quale arriva la benedizione degli dei del basket: canestro di T-Mac e fallo di Duncan: 78-74 Spurs, che diventa 78-75 con il libero trasformato dal giocatore originario della Florida.

24 secondi alla fine: Spurs 78 – Rockets 75

Mancano 24 secondi e poco più alla fine e il Toyota Center si riaccende d’improvviso. A rimettere in gioco è Manu Ginobili, che serve Tony Parker, il francese per far passare ulteriore tempo destina la palla a Devin Brown, il 23 serve Tim Duncan, sul quale i giocatori dei Rockets scelgono di commettere fallo: con 16.8 secondi da giocare the big foundamental (sicuramente non il miglior tiratore di liberi in squadra) mette tutti d’accordo segnando entrambi i liberi: 80-75 Spurs e ultimo time out speso da Stan Van Gundy.

16 secondi alla fine: Spurs 80 – Rockets 75

Barrett si incarica di riprendere il gioco per i Rockets e lo fa servendo a McGrady un pallone tutt’altro che semplice visti i tentativi di interferenza di Tony Parker: il numero 1 riceve un passo dentro la metà campo avversaria con Bruce Bowen francobollato, si porta in ala e, da dove prima aveva strappato a Duncan il gioco da 4 punti, lascia partire un’altra tripla, che, nonostante una difesa di Bowen ben oltre il consentito, schiaffeggia la retina. 11 secondi rimanenti, Spurs 80 – Rockets 78 e timeout (ultimo) per Gregg Popovich.

11 secondi alla fine: Spurs 80 – Rockets 78

Brent Barry rimette in gioco il pallone affidandolo nell’angolo destro a Devin Brown, il 23 però scivola sulla pressione dei giocatori dei Rockets e si lascia scippare il pallone, indovinate da chi? Ovviamente da Tracy McGrady, che divora letteralmente il campo fino a trovarsi nuovamente in posizione di ala, dalla parte opposta rispetto a dove aveva segnato i 2 canestri precedenti, si alza per il tiro che viene contestato da Parker e dallo stesso Barry, ma l’epilogo non cambia: schiaffo alla retina e sorpasso Rockets sull’81-80 con 1.7 secondi rimasti sul cronometro. Al suono della sirena il Toyota Center esplode letteralmente e i compagni corrono ad abbracciare Tracy McGrady: per lui solo 13 punti in 35 secondi. “La miglior prestazione negli ultimi 30 secondi” per riprendere le parole di Flavio Tranquillo in telecronaca.

Ecco, 18 anni fa Tracy McGrady ci regalava questo assolo del suo straordinario talento per rimarcare una volta di più che la sola cosa in grado di fermarlo sono stati gli infortuni. Di seguito potete ammirare le sue 40 migliori giocate nella sua carriera.

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